Il Pastore della Sila e la Calabria
... storie ed essenze parallele

E’ fin troppo intuitiva la grande varietà dell’assetto del territorio Calabrese caratterizzato non solo da una forte e disordinata montuosità ma, anzitutto e soprattutto, da un lungo procedere peninsulare. Per quanto ci si possa spingere nell’interno della regione, a contatto con i picchi montuosi degli Appennini bruzi, alla fin fine il mare è sempre vicino e il Tirreno e lo Jonio non distano mai più di cinquanta chilometri dalla regione interna.

L’idea che si ha della Calabria – della sua identità storica, spirituale, morale, culturale e dunque anche della natura dei suoi abitanti – è un’idea che pare consolidata ab immemorabili, e fondata su una presunta forte coesione e omogeneità del suo territorio e delle sue genti; e invece la realtà territoriale della Regione e – in parte – la sua tradizione storica, presentano differenze interne spesso stridenti, sia in fatto di conformazione nello spazio sia per quel che attiene all’evoluzione del tempo. Per una sola Calabria immaginata ci sono, o ci sono state, più Calabrie Geografiche, più Calabrie storiche, più Calabrie dei costumi e della cultura. Schematicamente, dunque, a nord è la Calabria dei bruzi primitivi e della loro violenta romanizzazione, a sud la Calabria delle civilissime colonie magnogreche e della loro inarrestabile confluenza nei municipi della nuova dominatrice. L’idea di Calabria – tout court –ha sempre oscillato tra questi due poli, parlando di una Calabria dura e primitiva, isolata e ribelle in parallelo all’idea di Calabria immagine di terra solare e sapiente, civilissima e culta.

(tratto da “Storia della Calabria, dall’antichità ai giorni nostri” di  Augusto Placanica ed. Meridiana Libri)

Questo equilibrio tra due poli apparentemente contrapposti è l’elemento che contraddistingue anche il Pastore della Sila, cane tanto docile con chi ama e tanto coraggioso e deciso con chi lo minaccia. 

Per descrivere l’allevamento del Pastore della Sila si può iniziare dall’allevamento delle capre sull’altopiano della Sila.

Questo cane è intimamente legato al proprio gregge, fin dai primi giorni i cuccioli vivono un rapporto molto stretto con le capre e le pecore che sono la sua fonte primaria di cibo (scarti, residui lavorazione del formaggio ecc.) e formano la sua famiglia “allargata”.

Le sue origini sono riconducibili alle migrazioni di pastori dall’Asia in Italia fin nel nostro meridione. Questi grandi spostamenti di pastori erranti hanno condotto in Italia razze di bovini e ovicaprini da cui discendono le più antiche razze autoctone calabresi.

La Capra “Rustica di Calabria” la Nicastrense” e “l’Aspromontana” sono state le protagoniste assolute dell’economia agricola calabrese fino alla metà del XX secolo dove è iniziato un progressivo abbandono delle aree interne e delle attività zootecniche.